Giovanni Peterlongo, o “Nanni” come era chiamato da tutti, morto nel dicembre del 2023 a 87 anni, è stato tante cose, ma prima di tutto costruttore di relazioni al di là di ogni divisione e confine. E’ stato anche promotore e motore di progetti di cooperazione internazionale radicati nelle grande tradizione cooperativistica trentina, di cui suo nonno ed omonimo fu protagonista. Per me è stato amico e fratello, vicino sin dai primi passi di Koinonia in Zambia nel 1982, quando da Roma mi davano del matto e mi scrivevano che per avere la loro approvazione avrei prima dovuto dare la garanzia di vivere almeno altri trent’anni, o quando mi accusavano di nascondere armi negli aerei cargo sotto i sacchi di zappe e sementi che portavo sui monti Nuba, o quando qualcuno ha tentato di distruggere Koinonia dall’interno ed altri mi intimavano di non tornare più in Africa. Lo rivedo sorridente, dirmi “se hai bisogno, chiamami”. Pochissimi altri mi sono stati sempre cosi vicini, oltre ai miei. Solo Amani, Koinonia di Roma, qualche confratello. Nel momento dell’Orto degli Ulivi gli amici non scappano.
Per questo ho visto con piacere il libro di Marco Reggio (OLTRE LE MONTAGNE, TS Edizioni, 2025) che presenta Nanni a tutto tondo. Nella prefazione il Card. Zuppi cita l’economista Antonio Genovesi che tre secoli scriveva: «È legge dell’universo che non si può far la nostra felicità senza quelle degli altri». Potrebbe essere stato il motto di Nanni.
La foto l’ho scattati ieri alla Casa di Anita, sullE colline di Ngong. Alcune bambine erano andate a visitare la famiglia e alla messa eravamo solo in ventiquattro, ventuno donne. Al momento della lavanda dei piedi hi invitato gli altri due uomini presenti, Carlos a Kiara, ad aiutarmi a lavare i piedi a tutte le donne. L’hanno fatto con grande disponibilità e tutti alla fine hanno commentato che non si dimenticheranno più la lezione di Gesù “anche voi dovete lavarvi i piedi gli uni gli altri” (Gv. 13,14).