Una sera a Nairobi, intorno al grande tavolo di Kivuli, c’erano alcuni dei nostri acrobati adulti e numerosi ospiti: si trattava di una ventina di persone, appartenenti ad un’associazione danese che propone attività circensi a scopi educativi. Dopo minestrone e frittata con contorno di sukuma wiki, ci stavamo scambiando esperienze e ricordi, quando i danesi ci hanno chiesto come avessimo cominciato. I keniani mi hanno delegato a rispondere e a raccontare come tutti si fossero aggregati ai Nafsi Africa, il nostro gruppo acrobatico “storico”, dopo che Hector ed io li avevamo spronati. Ma Hector ormai lavora a Dubai da tempo.
Nel 1998 avevo portato i primi bambini di Kivuli in un centro culturale, il Bomas of Kenya, ad assistere ad un’esibizione di cultura tradizionale keniana; in quell’occasione avevamo visto lo spettacolo di un gruppo acrobatico che li aveva incantati. Tornati a Kivuli, insistettero per settimane che li aiutassi ad imparare i rudimenti dell’arte acrobatica. Scatenai Hector, allora mio braccio destro a Kivuli, che alla fine non trovò altra soluzione che tornare al Bomas of Kenya e arruolare due acrobati, che venissero a Kivuli a dare lezioni di acrobatica due volte alla settimana, dietro piccolo compenso. Cosi i due istruttori, con le loro lezioni, diventarono un richiamo fisso per molti dei ragazzi di Kivuli e del circondario. Entrambi erano musulmani originari della costa e uno dei due aveva un nome assolutamente inusuale in Kenya. Tempo dopo, quando ormai i bambini di Kivuli avevano fatto notevoli progressi e si era stabilita una certa familiarità, mi permisi di chiedere al giovane la ragione del suo insolito nome. Egli allora mi raccontò, con la massima serietà, anzi direi compunzione, una di quelle storie che si sentono solo in Africa.
Quando nacqui, ero tutto coperto di peli. Mia mamma, disperata, consultò dottori, sceicchi, santoni, erboristi, perfino stregoni, ricevendo suggerimenti di soluzioni, le più diverse e più strane: da preghiere che dovevano essere recitate quotidianamente a creme preparate con bizzarri ingredienti, da applicare sulla pelle del neonato. Ma i peli resistevano ad ogni trattamento. Dopo qualche mese la mamma, che mi teneva sempre avvolto in un panno, vergognandosi di quel figlio che somigliava troppo ad una scimmietta, mi portò a Mtwapa, da un anziano con fama di santone e guaritore, percorrendo quasi cinquanta chilometri a piedi, perché i soldi per l’autobus non li aveva. Il vecchio le disse che la medicina era molto semplice e non costava niente: chiama tuo figlio Jesus e vedrai che i peli, prima della prossima luna nuova, saranno tutti caduti. Jesus, all’inglese, non Issa, che è il nome di Gesù in arabo. Ogni volta che la mamma mi chiamava con quel nome, i peli diminuivano, finché sparirono del tutto.
Cosi fu che quello che sarebbe diventato il nostro bravo e simpatico istruttore musulmano perse tutti i peli. Nel 1999, Jesus e il suo collega Nelson ebbero un’offerta di lavoro a Londra, l’accettarono, prepararono i ragazzi di Kivuli alla loro prima esibizione pubblica a Nairobi sotto la supervisione di Hector, se ne andarono e da allora non li abbiamo piu visti. Ma i Nafsi Africa erano nati ed oggi i Piccoli Acrobati di Koinonia continuano la tradizione.
Mentre raccontavo, vedevo che i nostri ospiti danesi sgranavano gli occhi increduli e si facevano sempre più attenti, inducendomi a pensare che questo atteggiamento fosse dovuto alla stranezza della storia di Jesus. Si, quella era una ragione, ma ce n’era un’altra ancor più incredibile: Jesus era stato anche il loro istruttore di acrobatica! A quel punto sono stati loro a raccontarci che Jesus aveva detto di essere originario della costa del Kenya, di aver lavorato per qualche anno a Londra, con occasionali tournée in nord Europa, e di aver deciso di fermarsi in Danimarca, mettendo su una scuola di acrobatica. A loro però non aveva mai raccontato né la storia dei primi mesi della sua vita né dell’origine del suo nome e neanche dell’attività a Kivuli.
Cosi, molto africanamente il Koinonia Children Team e i Nafsi Africa hanno scoperto di avere un antenato in comune con il Circo Sociale di Alborg, e sono diventati ancor più amici.