Una vita in Africa – A life in Africa Rotating Header Image

July, 2012:

South Sudan

Il nove luglio é stato il primo anniversario della nascita del Sud Sudan. Agli amici che leggono l’italiano consiglio di visitare il sito
http://www.campagnasudan.it/public/Sud_Sudan.pdf
dove troveranno un sintetico e documentato dossier preparato dalla Campagna Italiana Sudan.
Per chi parla inglese consiglio anche
http://www.nubareports.org/
dove si legge che i bombardamenti sui Monti Nuba continuano e che il campo di profughi Nuba in Sud Sudan, Yida, ha raggiunto le 65 mila persone.

Chi Vuole la Violenza? – Who Wants Violence?

L’altro ieri a Jos, in Nigeria, si è scatenata ancora una volta contro i cristiani la violenza omicida di alcuni fanatici musulmani. Ho notato anche con disappunto che ormai per trovare questa notizia – almeno 37 morti, si dice – nel sito della BBC bisogna andare sulle notizie locali africane. Trentasette uccisi perché sono cristiani non fa più notizia internazionale.

Ormai è raro che passi una domenica senza la notizia che in Kenya o un Nigeria ci siano attentati contro cristiani di ogni denominazione.
In risposta a queste carneficine i vescovi di Nigeria e Kenya, oltre a manifestare il loro sdegno per i fatti e il cordoglio per le vittime e le loro famiglie, ripetono più o meno questo messaggio: “Non è una guerra di religione. E’ la religione, in questo caso l’Islam, usata impropriamente per fini politici o terroristici”.
Fanno bene a dirlo, perché è vero e perché i vescovi e noi tutti abbiamo la responsabilità di impedire che il disegno di chi vuole aizzare le due comunità una contro l’altra abbia il benché minimo appoggio.

L’esperienza quotidiana in Kenya è di pacifica coesistenza, magari con qualche occasionale tensione ma su cose minori, e spesso di cooperazione per risolvere problemi comuni. A Kibera, lo dico spesso, la casa di Mdugu Mdogo è un un’area a grande maggioranza musulmana, e noi siamo sicuri di poter sempre contare sulla loro collaborazione e protezione. Per i musulmani di quelle famiglie il buttare bombe in una chiesa è un atto impensabile.

Ma i nostri vescovi devono pur esigere che i responsabili musulmani sconfessino la violenza in modo alto e chiaro, inequivocabile. Non basta che facciano delle dichiarazioni distanziandosi da questi fatti orrendi. Devono fare dei gesti pubblici e visibilissimi, che coinvolgano un grande numero di fedeli (una giornata di preghiere? Un rally? Sta a loro decidere) che indichino una mobilitazione di tutta la comunità musulmana contro il terrorismo e contro l’uso di ogni forma di violenza. Non è possibile che il giorno dopo aver detto che il governo dovrebbe schiacciare i responsabili di questi atti criminali, il presidente del Supreme Council of Kenya Muslim (Supkem) protesti perché la nuova legge proposta contro il terrorismo “è discriminatorio e focalizza sulla comunità musulmana””, cosa assolutamente non vera. Il messaggio che arriva ai fedeli musulmani di base, specialmente alla piccola frangia di quelli che hanno tentazioni ideologiche islamiste, e che magari sono giovani senza lavoro e senza soldi, è troppo confuso.

Italiano English
This blog is multi language by p.osting.it's Babel