Joyce Banda è diventata presidente del Malawi – uno dei paesi meno sviluppati del mondo – lo scorso aprile, dopo la morte per attacco cardiaco del presidente precedente, Bingu wa Mutharika. Mutharika era diventato un simbolo della cleptocrazia africana: aveva acquistato una villa di 58 stanze nel suo villaggio di origine e aveva dato uno stipendio alla moglie. Aveva anche cambiato la bandiera malawiana, mettendoci un sole sfolgorante invece del sole nascente, ovviamente perché con lui il paese aveva già raggiunto il pieno sviluppo.
Banda non ha perso tempo per cambiare alcune delle controverse politiche del suo predecessore. Lo scorso 28 maggio ha fatto passare in Parlamento il ripristino della bandiera dell’indipendenza. Questo cambiamento simbolico è stato forse solo l’inizio.
La scorsa settimana Banda ha deciso di vendere il jet presidenziale – un Dassault Falcon 900EX del valore di oltre dieci milioni di euro – e la flotta do 60 Mercedes a disposizione sue a del governo. Mutharika aveva comprato il jet presidenziale nel 2009, sostenendo che era meno costoso che non affittare un aereo ogni volta che doveva viaggiare. Il mese scorso Joyce Banda aveva già detto che intendeva “disfarsene tanto posso anche utilizzare aerei di linea; sono una persona anche abituata a fare l’autostop”.
Ieri ha ha chiarito che il presidente Omar el-Bashir del Sudan sarà arrestato se si presenterà in Malawi per il vertice 19 dell’Unione Africana, il mese prossimo. Bashir è ricercato dalla Corte penale internazionale (ICC) per rispondere a casi di violazioni dei diritti umani contro il suo popolo, ma nel mese di ottobre dello scorso anno è stato accolto in Malawi dal predecessore di Banda, cosi come era stato precedentemente accolto in altri paesi africani, Kenya e Ciad inclusi. Solo Botswana e Zambia hanno detto che lo arresterebbero se osasse metter piede sul loro suolo, mentre il Sud Africa ha detto che “non può garantire la sua sicurezza”.
Forse le azioni del presidente Banda sono dovute a pressioni dei paesi donatori e ala sua ricerca di sostegno popolare in vista delle elezioni presidenziali previste nel 2014. Sono comunque una piacevole novità, e una grande passo avanti per far crescere l’autostima e la dignità del paese.