Ho ricevuto questa lettera da Michele, un cristiano di Cremona, ed la metto sul blog perché la condivido nella sostanza, magari non in tutti i dettagli, anche perchè non li conosco.
Sono anche sicuro che Michele, come me, ha grande rispetto per il soldato morto facendo il suo dovere.
La critica è tutta e solo per chi dice bugie quando ci spiega perché i soldati italiani sono in Afganistan nonostante che l’Italia “ripudia la guerra”, e per chi non condanna la guerra, condannata da tutti i papi recenti, e non ci ricorda che l’ideale cristiano è “Beati gli operatori di pace, perché saranno chiamati figli di Dio.”
Michele rappresenta i tanti che stanno riscoprendo le esigenze del Vangelo e non capiscono più i compromessi della Chiesa con il potere politico.
Carissimo Don Enrico, Vescovo di Cremona,, Padre Alberto Vicario Generale dei Comboniani, Padre Guglielmo dei Saveriani, Padre Kizito,
sono veramente a pezzi. Ho ascoltato la predica di Monsignor Pelvi, Ordinario Militare, riguardo alla celebrazione liturgica per il funerale di Michele Silvestri, l’ennesimo soldato morto in Afganistan. Sto male nel vedere la Basilica di Santa Maria degli Angeli a Roma piena dell’esercito italiano che armato è in guerra in un altro paese. Sto male nel vedere un Vescovo della Chiesa prostrarsi a quel modo davanti ai potenti italiani, responsabili della morte di quel ragazzo. Non posso accettare le parole del Vescovo, venduto e pagato dall’esercito Italiano, che porta addirittura le stelle da generale sull’abito da Prete.
Non posso accettare le sue parole di vocazione cristiana per un soldato armato all’estero in una guerra piena di bugie, una guerra chiamata di pace, per controllare politicamente e militarmente i paesi che producono petrolio. Non posso accettare che un Vescovo possa paragonare le parole di Maria “Eccomi!” dette all’Angelo Gabriele, alle parole “Eccomi” di un soldato italiano che va a morire in una guerra. E’ una menzogna, è usare la Chiesa e le parole del Vangelo per prendere in giro i cristiani e vendere la parola di Dio a chi usa la propaganda e la ritualità per difendere i ricchi e i loro interessi, a scapito della vita di povera gente, sempre più meridionale che non trova altro modo per avere un lavoro. Sono disgustato dal vostro silenzio: siete preti!
Siete complici di tutto questo, perché voi che siete Apostoli, e Presbiteri, voi potete dire di no! Potete disobbedire a questo scempio della Casa di Dio e della Parola di Gesù: questa colpa è gravissima! Vi prego, mostrate una Chiesa che è viva, dovete reagire, non potete restare in silenzio. Addirittura Angelo Bagnasco che diceva le stesse menzogne durante la guerra in Iraq, mentre i soldati italiani armati difendevano i pozzi dell’Agip a Nassirya, e gli americani, i loro alleati, usavano armi al fosforo bianco sui civili, quel Vescovo che portava le stelle da generale sul suo abito, adesso è Presidente della CEI.
Per carità, vi prego, non possiamo tacere e accettare questa propaganda, la Chiesa non può diventare la cassa di risonanza di questa logica militarista che giustifica nel nome di Gesù ogni azione anche la più barbara!
Anche l’Angelo di cui porto il nome è stato nei secoli dipinto come un soldato, con tanto di spada o di lancia, ma se non capiamo noi che la guerra non può essere cristiana, cosa resta del Cristo morto innocente su una croce? Se poi alla fine giustifichiamo come vocazione cristiana l’andare in guerra, come se fosse una missione di Pace, cosa resta del Vangelo? Per tutta la celebrazione dalla televisione i commentatori ripetevano che era in missione di pace, ma quale pace?
Io non posso fare niente se non scrivervi la mia sofferenza, ma voi, che siete Preti e Vescovi e vivete il Ministero che vi pone così vicino all’Eucarestia, voi, per favore, datemi un po’ di speranza, reagite, disobbedite, protestate, richiamate la Chiesa alla sua missione!
Vi prego,
Michele La Rosa
Michele giustamente fa un appunto sul piano chiamiamolo politico.
E per me ha pienamente ragione.
Troppe parole, troppa enfasi sono state spese.
Non è gente che va lì per una missione tantomeno di pace.
Va li perchè deve mangiare. Deve mantenere una famiglia e, tra qualche anno, vuole mettere su casa.
Solamente in missione all’estero questo è possibile.
Allora se non ci si va per vie diplomatiche o di business si sceglie di fare il soldato.
Piantiamola con questi schemi di “portare pace”. Il vostro dovere è quello di, se non dire la verità, almeno di mantenere il cosidetto “low-profile” su certi fatti.
Non meritiamo le parole che Michele ha commentato.
Non meritiamo di essere, ancora, presi per mano e condotti.
Vogliamo sapere.
Vogliamo capire.
Vogliamo lottare se necessario.
Non addormentateci ancora per favore !