Il giorno del referendum Daniel non è andato a votare. La domenica successiva è venuto a Kivuli, dove è cresciuto dai 10 ai 18 anni insieme ad un fratello di due anni minore, che sprizzava felicità. Come mai? Daniel e il fratello vivevano a Kawangware, poco lontano da Kivuli e dopo aver terminato la scuola, due anni fa, li abbiamo aiutati a rimettersi insieme alla mamma, ed hanno aperto un chiosco/macelleria, di quel tipo che esiste sono in Africa, difficili da descriversi se non li si vede. Sono comunque capaci di sostenersi e di mantenere la mamma. L’anno scorso poi hanno scoperto anche il papà, che non avevano mai conosciuto perchè la mamma aveva sempre sostenuto che era morto tanto tempo fa, quando loro due erano ancora piccolissimi. Superando le reticenze della mamma sono riususciti a trovare quest’uomo a Limuru, un paesone appena fuori Nairobi. Vive in un tugurio di fango e paglia, ma é proprietario di un terreno di quasi due acri, un patrimonio non da poco. Inoltre è’ un terreno fertilisimo, che potrebbe produrre ortaggi da mantenere bene tutta la famiglia, lavorandolo e vendendo al mercatino di Kawangware, se non fosse che il papà era perennemente ubriaco. Domenica scorsa Daniel era felice perché adagio adagio ha convinto il papà a bere in misura più moderata, e la mamma ha accettato di rimettersi insieme a lui. Cosi, approfittando il giorno del referendum , col costo dei trasporti pubblici più basso perché nessuno si muoveva, c’è stata la grande riunione di famiglia e Daniel mi ha descritto un pasto delizioso, con un pollo alla brace cucinato appena fuori dal tugurio in cui vive il papà. I due fratelli hanno promesso ai gentori di andar da loro ogni sabato per aiutali a lavorare la terra. Per Daniel è stata una vittoria personale ed ha promesso ai genitori che col profitto della macelleria nei prossimi mesi costruirà loro una struttura in legno col tetto di lamiera ondulata. Una vittoria per Daniel, ma anche per tutti i ragazzi di Kivuli che a poco a poco sono venuti a far capannello intorno a noi, e lo hanno ascoltato a bocca aperta.
The day of the referendum Daniel did not go to vote. The following Sunday he came to Kivuli, where he grew from being a child to a young man, along with a brother two years younger. He could not contain his happiness. Why? Daniel and his brother lived in Kawangware, not far from Kivuli and after finishing school, two years ago, we helped them to resettle with the mother, and opened a kiosk / butchery, of the kind that there are in Africa, difficult to describe unless you see them. Now they are able to support themselves and the mother.
Last year, they were also able to find their dad. They had never known of him, because their mother had always maintained that he had died a long time ago. Overcoming the reluctance of their mother, they races the man in Limuru, a small town just outside Nairobi. They found him living in a hut of mud and straw, but with their great surprise, he is owner of the land, almost two acres, worth not a little money. It is a very fertile land where vegetables could easily grow, and provide food and cash for the whole family, especially if they could organize a little stall at Kawangware market. But dad was permanently drunk.
Last Sunday, Daniel was happy because over the last few months he had slowly convinced dad to drink more moderately, and his mother agreed to get back together with him. So taking advantage of the day of the referendum, with the lowest cost of public transport because no one moved, they had a big family gathering and Daniel described to me a delicious meal with a grilled chicken, cooked just outside his dad’s shack. The two brothers have now promised to go to visit their parents every Saturday, and to help them work the land. For Daniel it was a personal victory and has promised his parents that in the next months all the profit from the butchery will be used to build a decent wooden structure with corrugated iron roof. A victory for Daniel, but also for all the Kivuli boys who gradually had came around us, listening open-mouthed.