Una vita in Africa – A life in Africa Rotating Header Image

August 23rd, 2009:

Custode di mio Fratello – My brother’s Keeper

Il seguente testo è stato scritto da Padre John Webootsa, Comboniano keniano, per il prossimo numero di New People (Sept. – Oct. 2009), dove ha una rubrica. Padre John ha generosamente combattuto al mio fianco in questo periodo per me diffiicle, e gliene sono molto grato.

Voglio condividere con voi un’esperienza che è stata una prova della mia solidarietà fraterna con un confratello. La sera del 15 giugno 2009 un amico mi chiamò avvertendomi che in una delle notizie del più importante telegiornale serale della stazione televisiva KTN avevano parlato di abusi sessuali su bambini delle case di Koinonia che erano stati commessi da padre Kizito Renato Sesana. La solidarietà fraterna mi ha imposto di interessarmi al caso.
Immediatamente dopo, senza praticare seri sforzi di giornalismo investigativo, la maggior parte degli altri media si è buttata sulla notizia, senza pensare alla conseguenze. Cosi la notizia è stata presentata da un gruppo di individui che esibiva alcuni bambini che sarebbero stati abusati da padre Kizito e che accusavano il padre di questo. Un’ esaustiva indagine della polizia invece ha assolto padre Kizito da ogni accusa di abusi sessuali su bambini, nelle sue funzioni di responsabile di Koinonia.
I risultati delle indagini mettono in discussione le motivazioni di chi ha architettato le accuse e degli operatori mediatici che sono stati strumentali nel promuovere le “false cattive notizie” che sono arrivate a diventare titoli in molti mass media. Si possono mettere in discussione anche le motivazioni e la sincerità di legislatori come Bonny Khalwale e Millie Odhiambo che hanno divulgato queste accuse prima di fare una ricerca seria per stabilire le verità, e anche la motivazione di accuse portate contro una persona che ha servito in questo paese per più di vent’anni senza mai approfittare di nessuno sotto la sua responsabilità.
L’innocenza di padre Kizito viene subito dopo una denuncia sporta da due ex-responsabili di Koinonia, che in un loro”affidavit” usano le accuse per chiedere che l’Alta Corte impedisca a padre Kizito non solo di gestire l’istituzione che ha fondato, ma anche di accedere e di gestire i fondi che sono nel conto bancario dell’istituzione stessa. Ironicamente, i fondi per mantenere l’istituzione cosi come quelli che sono serviti a costruire le case e a comperare i terreni, sono stati offerti esclusivamente dai benefattori di padre Kizito, alcuni dei quale hanno creduto o erano sul punto di credere alla truffa.
Il portaparola della Polizia, Eric Kiraithe, è stato molto coinvolto nello sforzo di stabilire la verità. Secondo lui la polizia fin dallo scoppio delle sensazionalistiche accuse contro il padre ha condotto intense e comprensive indagini circa le serissime e altamente diffamatorie accuse e ha rilasciato i risultati. La polizia lo ha trovato innocente. Adesso resta da stabilire quali fossero i motivi nascosti dietro l’orchestrazione di questa sensazionale saga che si è rivelata una grande frode mediatica.
Kiraithe ha dichiarato: “Le indagini condotte circa le accuse di abusi sessuali commessi da padre Kizito sono adesso complete e i miei ufficiali non hanno trovato nessuna evidenza che lo implichi in nessuna condotta impropria, direttamente o indirettamente, anche remotamente….Niente.”
Secondo l’ etica professionale dei giornalisti com’è codificata nel Media Act del 2007, quando ci sono accuse simili contro chiunque, senza discriminazioni per lo status sociale, sarebbe stato dovere del giornalista e dell’editore assicurarsi che la persona accusata fosse informata e avesse il diritto di replica prima di rendere la storia pubblica. E’ stato fatto?

Italiano English
This blog is multi language by p.osting.it's Babel