E’ venuto il momento di informare i miei amici su cio’ che mi sta succedendo a Nairobi fin dallo scorso ottobre. Cerchero’ di essere obiettivo e concreto, anche se i fatti che riporto qui sotto mi hanno toccato in in modo drammatico
All’inizio dello scorso ottobre ho ricevuto una email anonima, con vaghe minacce, e con allegata una foto che intendeva rappresentare me nudo insieme ad un giovane adulto – impossibile dire se fosse un uomo o una donna. La foto era chiaramente ritoccata usando un apposito programma. Non diedi molta importanza alla cosa. Nelle settimane seguenti, mentre viaggiavo in Kenya e Sudan, ricevetti altre quattro messaggi, e un’altra foto. L’ultima fu verso la meta’ di novembre. Poi venni in Italia con il Koinonia Children Team.
Rientrai dall’ Italia la settimana prima di Natale, ed incominciai ad organizzarmi per una lunga assenza, che avevo programmato almeno dal 2005, e poi andai per una breve visita a Lusaka dal 2 al 6 gennaio. Il 10 gennaio al mattino prestissimo partii in auto con tre confratelli per andare a Musoma, in Tanzania, dove c’e’ una bella scuola di Kiswahili proprio sulla riva del lago Vittoria, e dove intendevo stare studiando Kiswahili e rilassandomi fino al 10 maggio. Questa vacanza era una sogno coltivato da tempo. Avevo fatto le ultime vere vacanze in Italia – come regola dovremmo fare tre mesi ogni tre anni – nel 1998, anche se son venuto spesso per cicli di incontri che significavano piu’ impegno e stress che non a Nairobi.
Poco tempo dopo il mio arrivo a Musoma cominciai a ricevere inquietanti notizie da Nairobi. Nei vari progetti il personale veniva licenziato e assunto dal Country Director (che era anche un trustee o fiduciario) senza informare ne l’ Executive Committee ne me, contrariamente alla prassi. Cominciai a capire che qualcosa era seriamente sbagliato. Poi due dei quattro trustee di Koinonia vennero a visitarmi a Musoma, informandomi che c’era a Nairobi una diffusa campagna contro di me, con l’ accusa di essere omosessuale praticante, e che sarebbe stato pericoloso per me rientrare in Kenya. Non potevo credere a cio’ che sentivo, ma dissi che avrei seguito il loro consiglio. Pero’ precisamente perche’ volevo confrontare queste accuse decisi di rientrare a Nairobi durante la settimana dal 6 al 14 marzo. Come scrissi della mia determinazione di rientrare a Nairobi, altri messaggi dai due trustee insistevano che sarebbe stato pericoloso rientrare perche’ la polizia Keniana aveva iniziato ad indagarmi. Nonostante questo decisi di andare a Nairobi, in autobus, a ci arrivai la sera del 6. Il mattino del7 venni prontamente informato dai due trustees che era pericolosissimo per me restarci, perche’ la polizia keniana mi stava cercando e presto avrebbero spiccato un mandato di cattura. I miei dubbi crescevano, ma decisi di seguire il loro consiglio e il giorno 8 ritornai a Musoma. Pochi giorni dopo, due poliziotti keniani, genuini o falsi ancora non lo so, andarono a visitare il mio Padre Provinciale e Nairobi, e gli fecero vedere sullo schermo diun telefonino alcune delle ormai famose foto, e gli chiesero dove fossi.
Lo stesso giorno id due soliti trustee arrivarono a Musoma mi dissero che ormai ero in pericolo di arresto immediato. Presto, questione di ore, sarebbe stato impossibile per me rientrare in Kenya e probabilmente come da accordi locali il mio nome sarebbe stato comunicato alla polizia dell’ Uganda e della Tanzania, perche’ mi arrestassero. Non avevo altra scelta, insistevano, ma andare subito in Europa. Non ero per niente convinto ma dopo qualche consultazione telefonica decisi di seguire il loro consiglio, perche’ ancora pensavo fossero affidabili. Cosi a meta’ marzo ero in Italia, e poi andati per quasi tutto il mese di aprile a Lusaka. Da Lusaka scrissi che sarei rientrato presto a Nairobi. E, ancora una volta, un’altra foto venne fatta circolare da un indirizzo email anonimo, questa volta anche con copia a diversi benefattori di Koinonia… e questa volta l’accusa era di pedofilia.,.
Il disegno era ormai chiaro: ogni volta che manifestavo la mia determinazione a rientrare a Nairobi, coloro che giocavano a questo gioco alzavano la posta, nella speranza che io avrei avuto paura a rientrare, cosi’ che loro potessero, senza informare l’ Esecutive Committee di Koinonia, prendere il controllo dell’ associazione e delle proprieta’.
Poi Gian Marco Elia, Presidente di Amani, la nostra organizzazione sorella in Italia, venne a Nairobi agli inizia di maggio e gli eventi precipitarono. I trustees inizialmente finsero di cooperare con gli sforzi del Koinonia Executive Committee di proteggere la registrazione e la costituzione di Koinonia, ma invece creavano ostacoli e incontrando i membri individualmente dicevano loro che padre Kizito non sarebbe mai piu’ rientrato a Nairobi e che da adesso erano lor ad essere responsabili di Koinonia. Incominciarono anche trattative per affittare la Shalom House ad una universita’’ privata, senza informare l’ Executive Committee, cosa completamente illegale perche’ i trustees non sono i proprietari del’ associazione, ma sono i custodi, coloro che si assicurano che la costituzione sia rispettata.
Il 23 maggio l’Executive Committee voto’ per la sostituzione di tre dei quattro trustees, nominando persone di assoluta fiducia, lasciando solo me dei vecchi, appena in tempo ad evitare che i due effettuassero un completo takeover di Koinonia e della proprieta’. Gian Marco rientro’ in Italia Ma i due continuarono ad insistere che loro erano ancora in carica, e agli inizi di giugno diedero istruzione verbale ai responsabili dei vari centri per bambini di mandare via tutti perche’ Amani e La Goccia non avevano mandato i fondi. Dove rimandare i bambini? Dalle loro famiglie (che non esistono) o in strada. Di fatto i fondi non mancavano, ma a loro non poteva interessare di meno dei bambini, volevano i soldi e le proprieta’.
Quando ho saputo dell’ imminente chiusura ho deciso di rientrare a Nairobi, altrimenti il futuro dei 250 bambini che sono nelle nostre case, dei 100 che sono nella scuola secondaria e delle altre centinaio che aiutiamo a crescere in modi diversi, sarebbe stato in pericolo. Gian Marco e padre Venanzio Milani, un eminente Missionario Comboniano e mio vecchio amico, insistettero per accompagnarmi, per la mia protezione. A questo punto infatti era chiaro che avevamo contro delle persone estremamente pericolose.
Arrivando a Nairobi, il mattino del 15 giugno, ho scoperto che non c’era nessun mandato di cattura contro di me. Ho subito avuto un incontro con l’ Executive Committee di Koinonia e membri , e sono andato dalla Polizia a denunciare la mia versione dei fatti.
La stessa sera una televisione locale ha trasmesso un servizio molto poco professionale in cui mi si accusava di aver sodomizzato bambini Keniani negli ultimi venti anni. Immediatamente ho cominciato anche a ricevere informazioni confidenziali che alcuni ragazzi erano stati pagati, minacciati o addirittura torturati per convincerli a testimoniare falsamente contro di me.
Il mattino successivo ho avuto un breve incontro con un gruppo di giornalisti negando categoricamente le accuse. Ma durante i dieci giorni successivi e’ stato il massacro, su di me. Quasi ogni sera c’erano delle notizia nel telegiornale. Per tenere la pressione alta i due ex-trustees non hanno avuto altra scelta che farsi intervistare, rilanciando accuse a me. Tutte false. Ma mi sembrava di essere in bersaglio incapace di reagire, perche’ l’ avvocato mi ha consigliato di stare in silenzio. Disprezzo e ridicolo. I giorni peggiori della mia vita. Solo la fede, la personale certezza di non aver commesso nessun crimine nei confronti dei bambini, il supporto degli amici di locali e italiani, specialmente da Amani e Tavola della Pace, e da tanti altri che mi hanno conosciuto e visitato le case a Nairobi mi ha impedito di mantenermi fiducioso e continuare a lottare.
L’obiettivo reale di tutta questa saga, penso, era quello di impadronirsi delle proprieta’ che Koinonia ha lentamente acquisito negli anni con l’ aiuto di Amani e di altre organizzazioni e benefattori. E chi ha manovrato sapeva che avrebbero potuto ingannare l’ Executive Committee solo sei io fossi stato lontano. Non avevo mai considerato le nostre proprieta’ dal punto di vista del loro valore monetario perche’ abbiamo costruito tutto per il beneficio diretto e indiretto dei bambini che sono in nostra cura, ma a prima vista il valore commerciale delle proprieta’ di Koinonia puo’ essere intorno ai tre o quattro milioni di euro.
Inoltre potete immaginare il dolore e l’ angoscia di essere accusati di un simile crimine, da gente che conosco da 20 anni, quando sono usciti dal seminario, ed ho aiutato ad andare all’ Universita’ e a costruirsi una professionalita’. Avevano la mia piu’ completa fiducia, uno di loro, come me, poteva firmare da solo i nostri conti in banca. Non sono stato capace di aiutarli a costruirsi un carattere onesto, e di controllare la loro avidita’ di cose materiali e evidentemente hanno capito che le accuse di crimini sessuali sono sufficienti per instillare paure e distruggere la figura di un prete che lavora con i giovani.
Comunque adagio adagio la verita’ sta venendo a galla. Il Children Department (che ha la funzione di proteggere l’ infanzia) e la Polizia hanno confermato che in tutti questi anni non c’e’ mai stato neanche una denuncia contro di me. I counselors mandati dal Children Department in tutte le nostre case non hanno trovato neanche un singolo caso in cui il nostro personale, per non parlare di me, sia stato coinvolto in abusi sessuali sui bambini. Al contrario ogni giorno che passa scopriamo evidenza di comportamenti fraudolenti da parte degli ex-trustees.
Con l’Executive Committee stiamo adesso valutando i danni e facendo ripartire tutte le attivita’ che si erano quasi fermate. Alcuni membri del nostro staff erano completamente confusi e demoralizzati dalle attivita’ e comportamento dei due ex-trustess.
La lotta non e’ finita. Stiamo cercando di prevenire altri azioni che potrebbero danneggiarci. Ma adesso siamo anche pronti a reagire con azioni appropriate.
Ringrazio tutti coloro che mi hanno sostenuto, i miei confratelli che mi sono stati molto vicini, i preti locali, i laici italiani e keniani. Abbiamo piu’ che mai bisogno del vostro sostegno morale e materiale. Personalmente non ho mai sperimentato con tanta evidenza la forza delle vostre preghiere. Continuate e pregare e a sostenerci, i nostri bambini non devo soffrire le conseguenze di questa brutta storia.
D’ora in poi daro’ aggiornamenti su questa storia solo quando ci saranno nuovi sicuri sviluppi. Per esempio se fossi arrestato o quando decidessimo di far causa per diffamazione e appropriazione indebita agli ex-trustees. Per il resto continuero’ a scrivere questo blog come al solito, ad intervalli irregolari.
The time has come to inform all my friends on what has been taking place in Nairobi since last October. I try to be objective and as matter of fact as possible, though the events that I report here below have affected me and my work in a dramatic way.
At the beginning of October 2008 I received an anonymous email, with vague threats, and with a picture purportedly depicting me naked with a young adult – impossible to say if a man or a woman. The picture was clearly doctored using photo editing software. I did not accord it much importance. In the following weeks, as I was traveling in Kenya and then in Sudan, I received four more email, with another picture. The last was in the middle of November. Then I went to Italia with the Koinonia Children Team.
I came back from Italy a week before Christmas, started organizing for a long leave which I had intended to do at least since 2005, and went to Zambia January 2-6. On January 10 early morning left in a car with three others confreres to Musoma, in Tanzania, where there is a Kiswahili school where I intended to study the language and relax up to May 10. This break had been a dream for a long time. I had the last three months holidays in my home country that for us are mandatory every three years in 1998. Though I traveled frequently to Italy it was for conferences and meetings, often with more work and stress than in Nairobi.
Soon after I reached Musoma I started receiving disturbing news from Nairobi. In Koinonia social projects people were fired and hired by the Country Director (who was also a trustee) without even informing the Executive Committee and me, contrary to established praxis. I started realizing something was seriously wrong. Then some two of the four trustees of Koinonia came to se me in Musoma and informed me that there was a very widespread campaign against me, accusing me of being a practicing homosexual, and would be dangerous for me to go back to Nairobi. I could not believe, though I said I would consider their advise, but precisely because I wanted to confront these allegations I decided to go back during the school break, March 6 – 14. As I stated my determination to go back to Nairobi, more messages from the trustees stressed the danger, saying that the Kenya police had began an investigation on me. All the same, I came back to Nairobi, and the morning of March 7 I was informed by one of the said trustees that was impossible for me to stay in here, since the Police was actively looking for me and soon a warrant of arrest would be put out for me. My doubts increased, but I followed the advice and on May 8 I traveled back to Musoma. A few days after some Policemen, genuine or not I still do not know, went to see my Father Provincial, showing him on the screen of a mobile phone the same fake pictures.
The same day the two same trustees came to Musoma and told me I was in danger, very soon I would have been unable to enter into Kenya and probably my name would be give to the police forces of Uganda and Tanzania to apprehend me. I had no choice, they insisted, but to leave immediately for Europe. I was not convinced, but I did as they advised, because in spite of all the doubts I still had some trust in them. Mid March I was in Italy, and from there I went for almost a month to Zambia. Then I wrote again to Nairobi that I was about to come back. And, again, another picture from an anonymous address was sent out on internet to several donors of Koinonia community… and this time the accusation was of pedophilia.
The pattern had become very clear: every time I expressed my determination to come back to Nairobi, those playing this game were raising the stakes, in the hope that I would be afraid to come back., and they could take over “legallyâ€, without the knowledge of Koinonia Executive Council, all the properties of Koinonia.
Then Gian Marco Elia, President of Amani, our Italian sister organization, came to Nairobi in May and things precipitated. The trustees at the beginning pretended to cooperate with the efforts of Koinonia Executive Council to protect the legal status and the constitution of the community, but in small groups meeting they were telling member that father Kizito will never come back and that they were now in charge. They started making arrangements to rent out Shalom House without the knowledge of the Executive Council, which is completely wrong because the trustees are not the owner of the corporate body, they are simply the custodians, in charge making sure that the constitutions are respected.
The Executive Council voted to remove them from trustship and put other people in their place, just on time to avoid their complete take over. All the same they arrogantly insisted that they were still in charge and at the beginning of June they gave verbal instructions to the persons responsible for our homes of children to send away the children because Amani and La Goccia had not sent enough funds. Where? To their families or to the streets. Actually, there was no lack of funds, but they could not care less for the children, they wanted the cash and the properties.
When I received the news of the dismissal of the children I decided to come back, otherwise the future of the 250 children kept in our homes, of the 100 students of our secondary school and of the other hundreds we support in different way to grow and face the difficulties of life, would be in jeopardy. Gian Marco and Father Venanzio Milani, eminent Comboni Missionary and old friend, insisted in traveling back with me, for my protection. At this stage it was clear we were up against some very dangerous people.
On coming to Nairobi I discovered there was no warrant of arrest against me, I had a meeting with Koinonia Executive Council and members, and then I went straight to the Police to deposit a statement about my version of the facts.
The same evening a local TV station, with a very unprofessional reportage, went on air accusing me of having sodomised children for the last 20 years. Not surprisingly I started receiving reports that people were bribed, threatened or tortured in order to convince them to testify falsely against me.
I held a press conference categorically denying the allegations. Yet, for ten days it was an onslaught. Almost every evening there was a new story in the news. The two former trustees, in order to keep up their accusations, had no other chance but appear in TV and accuse me directly. The game was now open. I was the center of despise and ridicule. The worst time of my life. My faith, the personal awareness of not having never committed a crime of any kind against the children, and the support I received from friends here and from Italy, especially Amani and Tavola della Pace, and many many others who had known me and visited our homes in Nairobi kept me sane and going.
The real purpose of the whole saga, I believe, was to take over the properties that Koinonia has built over the years with the help of Amani and many other international donors. And they knew that maybe they could dupe the Koinonia Executive Council, but only if I was out of the way. I had never considered the monetary value of the facilities we have built for the direct and indirect benefit of the destitute children under our care, but at first sight we can estimate a commercial value of about three to four million euros.
On top of everything, you can imagine the pain and anguish of being accused of such acts, and by people who I knew almost 20 years ago, when they left the minor seminary, and I had helped them to go to the University and build up their professional lives. They enjoyed my complete confidence, one of them was a sole signatory in most of our accounts. Unfortunately I was not successful in building up their moral character and in controlling their greed, and from the recent world report they had understood that allegations of sexual offences are enough to instill fear and to destroy a priest working with young people.
Yet little by little the truth is coming out. The Children Department and the local Police have confirmed that in all these years there was never a complaint against me. Counselors sent by the children department to visit our homes have not found a single case. And every day we uncover evidence of fraudulent behavior by the two trustees.
With the Executive Committee I am now busy assessing the damage and rebuilding the operations that had come almost to a halt. Some of our personnel have been demoralized and utterly confused by the activities and conduct of the two trustees.
The struggle is not finished. We wait to see what other evil schemes these people have in store. But now I am ready to take the needed actions.
I thank all the people who have supported me, my confreres who have been close in many ways, local priests, lay people, Italians and Kenyans. We need more than ever before their moral and material support. I have felt as never before the power of your prayers. Continue to pray for and support Koinonia, our children must not suffer as a consequence of this bad story.
I will mention this story in the blog only when there will be new substantial development, for instance if I am arrested or if we decide to take the local TV station and the former trustees to court for defamation and embezzlement. For the rest I will continue to write this blog as usual, at uneven intervals.