Ci avviamo verso la capanna del mek, e foriamo… Abbiamo solo una ruota di scorta, un’altra foratura e non ci muoveremo piu’. Comunque cambiamo la ruota e sono ormai passate le 11 quando arriviamo vicino alla capanna del mek. Non si scompone, sta dormendo all’ aperto su un tradizionale hangareb. Si infila la giallaba e ci riceve con grande gentilezza. Ancora acqua, ancora kisra con carne. Bisogna per forza rilassarsi e non pensare a che non abbiamo piu’ diesel e ruota di scorta. Il mek avra’ quarant’anni, parla un inglese stentato ma preciso e comprensibile, e’ estremamente gentile e contento della nostra visita. Dopo ulteriori convenevoli e una tazza di the caldo ci fa indicare le capanne dove passare la notte.
Al mattino grande raduno, presentazione di tutti, e visita ufficiale all’ unica cosa che il mek considera all’ altezza dei visitatori: la scuola. Con nostra meraviglia infatti troviamo una scuola elementare con quasi 400 bambini e due maestrine arabe, inviate da Khartoum. L’ edificio e’ in pietre, mattoni e cemento, terminato da pochi mesi, col tetto in lamiere zincate, molto solido e spazioso, potrebbe ospitare almeno il doppio degli alunni. Il mek ci chiede con insistenza di inviargli due altri maestri, perche’ le due ragazze non ce la fanno.
Intanto vediamo quanto sia vero quello che mi avevano riportato. In conseguenza di fatti non ancora chiari avvenuti alla fine degli anni 80 – un attacco militare di cui governo e SPLA si attribuiscono reciprocamente la responsabilita’ – tutto il villaggio di Kau e’ passato dalla parte del governo e sono tutti ufficialmente musulmani. La nudita’ delle foto della Riefenstahl non solo e’ scomparsa sotto le grandi gellaba, ma e’ vissuta come un passato di cui vergognarsi. I disegni tradizionali sono scomparsi dappertutto. Resta il paesaggio di grandi rocce, l’architettura della capanne simile a quelle dei Dogon del’ Burkina Faso, ma durante la lotta che organizzano per noi al pomeriggio sembra che i lottatori si siano messi addosso tutti i vestiti che avevano a disposizione. E’ penoso che un passato di grande bellezza, che esprimeva certamente una grande armonia interiore, sia stato non solo cancellato, ma demonizzato. Ma ogni accenno all’ argomento, ogni richiesta di incontrare persone che hanno conosciuto la Riefenstahl, causa irrigidimento e chiusura. Il mek sa che sono un missionario, chiede una nostra presenza, fatica a capire che e’ una richiesta che va ben al di la’ delle mie forze. Ma gli prometto che appena possibile gli manderemo da Kauda due dei nostri maestri.
Dove’ il piu’ vicino distributore di diesel? A Kauda. Ma a qualcuno viene in mente che c’era un mulino per macinare il mais, e’ rotto ormai da anni, ma quando funzionava aveva un motore diesel. Non ci sembra vero quando troviamo quasi cento litri di diesel in un vecchio bidone.
Il ritorno fu peggio dell’ andata. Il diesel era sporchissimo e inizialmente ogni venti kilometri poi smepre piu’ spesso. dovevamo fermarci e pompare a forza il diesel attraverso il filtro, dopo aver cercato in qualche modo di pulirlo. Ma siamo rientrati, perfino senza un’ altra foratura.
Era il marzo del 2066. Non sono riuscito a mantenere la promessa di mandare i maestri a Kau se non nell’ ottobre del 207, e per farmi perdonare di maestri gliene ho mandati tre. Con l’ istruzione di essere una presenza discreta, che si impegnino al massimo per far crescere la qualita’ dell’ insegnamento nella scuola, di essere anche al servizio delle richieste di alfabetizzazione degli adulti. E di rispettare la cultura e le scelte presenti della gente.
Due dei nostri maestri missionari erano a Kauda in questi giorni, per chiedere altri libri e quaderni. Ci sono arrivati dopo un viaggio di tre giorni, in parte a piedi e in parte con passaggi sui pittoreschi camion dei mercanti arabi che di tanto in tanto passano per queste strade. Come vanno le cose a Kau? “Bene, i bambini assorbono l’ insegnamento come spugne. Ogni tanto c’e’ qualche brontolio di qualche isolato fanatico musulmano contro questi maestri mandati da un bianco, ma la gente e’ buona e gentile, ed e’ contenta della nostra presenza. Se Dio vuole, aiuteremo a stabilere un buon dialogo con tutti.â€.
Grazie, caro Padre Kizito. Un pensiero di speranza, come sempre, scaturisce dalle Tue parole. Ed entra nel cuore.
laura