Stamattina ero a Kibera. Qui, dall’ altro ieri, dopo tantissimi ostacoli, siamo operativi con un piccolo centro di fisioterapia per bambini sotto i 16 anni. Il centro si chiama Paolo’s Home, la Casa di Paolo, come voluto da un gruppo di Fabriano in ricordo di un loro caro amico scomparso due anni fa. Non ho mai conosciuto Paolo, ma mi hanno raccontato della sua forza interiore, della sua capacita’ di incoraggiare gli altri, della sua fede. Avremo ancora bisogno del suo aiuto. Guardando i bambini e i genitori presenti stamattina , erano evidenti le gravi difficolta’ in cui vivono e la grande speranza che hanno in noi, e mi rendevo conto che questa e’ la piu’ grande responsabilita’ che ci siamo presi come Koinonia. Sarebbe imperdonabile non essere all’altezza della fiducia che hanno in noi.
Oggi eravamo ancora in fase di registrazione e di una prima visita da parte di Janet, la fisioterapista. Avevamo cominciato gia’ in agosto a fare un sopraluogo ed avevamo gia’ una lista di 30 bambini bisognosi di fisioterapia. Ma adesso, prima di chiudere il terzo giorno, ne abbiamo gia’ registrati oltre sessanta. Molti di loro hanno serie difficolta’ di e non possono camminare per piu’ di pochi metri, e sono stati portati in braccio dai loro genitori, perche’ nei vicoli di Kibera – stretti, ripidi, sconnessi, e pieni di fango dopo pochi minuti di pioggia – anche se qualcuno potesse comperarsi una sedia a rotelle, sarebbe comunque impossibile muoversi. Prima di essere visitati da Janet vengono registrati al computer da Caleb, un coraggioso ragazzo di Kibera che si muove a fatica sostenuto da due stampelle, ma che e’ riuscito a fare un diploma come animatore di comunita’ ed ha fondato gia’ 4 anni fa un’ associazione di handicappati.
Allego qui sotto una foto delle mamme coi figli in attesa della visita.
La Casa di Paolo e’ adiacente al nostro piu’ antico progetto a Kibera, il Ndugu Mdogo Drop In Centre, il centro “Piccolo Fratello” di prima accoglienza per bambini di strada. Anche li’ l’ attivita’ e’ ripresa in pieno. Nonostante abbiamo deciso di dare piu’ rilevanza al lavoro in strada, quello di primo contatto coi bambini, per poi consigliarli ed aiutarli ad uscire dalla situazione in cui si trovano possibilmente senza essere osptitai in un’ apposita casa, , a Ndugu Mdogo c’erano una dozzina di bambini. Coperti non con vestiti ma con stracci sporchi, la fame cronica dipinta in faccia, ma sempre pronti a sorridere, a stare insieme, a rispondere con apertura ad un contatto umano sincero ad affettuoso.
Ad arricchire la piazzetta in cui siamo presenti, alcune settimane fa sono venuti in affitto in una casetta a pochimetri di distanza, i ragazzi di Kibera Youth Initiative (Iniziativa dei Giovani di Kibera), un’ associazione spontanea e profondamente radicata in Kibera, fatta tutti di giovani che vogliono impegnarsi per riscattarsi e riscattare il loro quartiere. Uno dei loro leaders, Lamek, e’ venuto a salutarmi e quando gli ho chiesto cosa ne pensa dell’accordo per un governo di Grande Coalizione firmato da Kibaki e Odinga, mi ha risposto, molto disincantato. /“Vedi, i nostri leaders si sono messi d’ accordo. Cosi adesso in Parlamento non ci sara’ piu’ un’opposizione che possa contrastare la corruzione e le malefatte del governo. Sono tutti d’ accordo a sfruttarci meglio. Conoscendo i nostri uomini politici non mi meraviglierei se adesso l’ opposizione, arrivata a condividere il potere, si accontentasse di partecipare al saccheggio delle casse governative. Del resto non e’ questo che volevano? Non ti ricordi che solo poche mesi fa i parlamentari del governo e dell’ opposizione sono stati unanimi nell’alzarsi i salari a livelli scandalosi? Ogni parlamentare keniano prende adesso 13 mila dollari al mese. Cosi, dopo due mesi di scontri, mille morti, mezzo milione di sfollati, ci ritroviamo esattamente dove eravamo due mesi fa. Forse peggio.”/
Spero che Lamek si sbagli.
Caro Padre Kizito,
Cerco ogni giorno tue notizie e anche oggi mi sembra di essere lì con voi. Leggendo dei bambini malati, della forza delle loro famiglie, del coraggio dei ragazzi che vogliono riscattare il loro Paese e la lucida sintesi di Lamek sulla situazione politica, ho avuto una visione un po’ triste della nostra Italia. Anche da noi esistono persone così, ma non vengono mai messe in risalto. Da noi, soprattutto ora, si tende a lasciare tutto lo spazio e l’energia per la campagna politica, le polemiche, le false ideologie. Ho la sensazione che la concretezza che Tu ci descrivi sia così lontana dal nostro “fare ed essere”….
Abbiamo così tanto da imparare: grazie! e un caro abbraccio
laura